Ossequente

os-se-quèn-te

Significato Che dimostra ossequio, obbediente, rispettoso

Etimologia voce dotta recuperata dal latino obsequens, participio presente di òbsequi ‘obbedire, compiacere, accondiscendere’, derivato di sequi ‘seguire’ con prefisso ob- ‘verso’.

  • «Finora è stato irreprensibile: sempre leale e ossequente.»

Ecco una bella parola difficile, anche perché si colloca un passo a lato rispetto a parenti relativamente comuni, come l’ossequio e l’ossequioso, e quindi può essere un po’ straniante. In effetti, ci aiuta a porre un accento diverso sull’ossequio, che vive in una dimensione molto formale — così formale che si può non coglierne l’autenticità.

Partiamo dal verbo obsequi, che è un derivato di sequi, ‘seguire’, col prefisso ob-, che ci indica un ‘verso, nella direzione di’. Curiosamente, già in latino esiste solo in un orizzonte figurato — il modo in cui si direziona e segue è un obbedire, un compiacere, un conformarsi. È un verbo di rispetto profondo, che tratteggia in maniera trasparente una malleabilità d’animo, un modo di assecondare, peraltro non privo di doppi fini. L’obsequium, da cui l’ossequio, è il rispetto, la deferenza che prende corpo in un ‘seguire’ del genere, e l’ossequio così si declina anche nel senso formulare di etichetta — rito, saluto per significare una reverenza. Se ci aggiungiamo che l’ossequioso si distingue per essere ricco di ossequio, sia nel senso di rispetto, sia nel senso di profusione rituale (con tutta la carica ora di dignità specchiata, ora di viscida adulazione), il caso sarebbe chiuso. Ma l’ossequente?

L’ossequioso resta impigliato notevolmente nella sua grammatica rituale. Lo distinguiamo perché ha il cappello in mano, perché parla e risponde con condiscendenza, e ottempera compiacendo, con umiltà timorosa — tanto da lasciare facile accesso all’impressione che sia una simulazione. La grossa quantità di ossequio che lo distingue (misurata dal suffisso -oso) lo appesantisce, lo impastoia, lo unge.

L’ossequente non è meno sommesso, ma è più svelto, più schietto. Presta un ossequio dovuto a un’autorità superiore, e quindi si attiene a quanto disposto in maniera docile, con rispetto scrupoloso, in piena ubbidienza. Posso parlare di come il nonno, pur gestendo affari che con qualche compromesso morale gli avrebbero dato modo di arricchirsi enormemente, sia stato sempre ossequente alle leggi; posso parlare di come la discepola sia ossequente a ogni cenno del maestro della bottega; posso parlare di come, introdotti nel nuovo ambiente, ci mostriamo cauti e ossequenti. Dire ‘ossequioso’, in questi casi, avrebbe unto la disposizione d’animo — cosa tutt’altro che necessaria, perché l’obbedienza può anche essere disinvolta, asciutta e franca.

Certo l’ossequioso è molto più comune dell’ossequente. Ma è importante saperli distinguere perché proprio non sono la stessa cosa, non si può usare uno per l’altro. E l’uso di ‘ossequente’ è molto meno scontato: in un discorso si fa notare, anche per sfoggio di padronanza.

Parola pubblicata il 02 Maggio 2025